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Paris Marina
Parco
Qualsiasi esperienza conoscitiva è, per sua natura, totalizzante, così come qualsiasi esperienza ludica, presupponendo un percorso che parte da un’abnegazione delle proprie consapevolezze, delle strutture precostruite, in cui ci si abbandona per poi ritrovarsi. Il percorso, in cui Marina Paris accompagna chi si addentra negli spazi di VOLUME!, segue le interne dinamiche del gioco, introducendo lo spettatore all’interno di una realtà, fatta dalle tracce familiari dell’infanzia, in cui abbandonarsi; attraverso una trasposizione spaziale, porta un fuori nel dentro, ricreando un odoroso prato verde, abitato dalle voci del parco giochi, stimolando dunque, con una moltitudine di percezioni sensoriali, l’accesso ad uno spazio onirico, dove il rapporto tra realtà e immaginazione è costantemente in bilico. Ecco che, proseguendo nel percorso, questo smarrimento è disturbato dall’insinuarsi graduale di un suono periodico che, nella scansione di un tempo, ci riporta ad una coscienza temporale reale, divorandoci successivamente nell’immagine dell’ultima stanza, da cui il suono proviene; qui, un’altalena appesa al soffitto, ripete all’infinito un dondolio ossessivo, che lentamente sgretola l’intonaco del muro, scagliandosi contro di esso ad ogni oscillazione. Il gioco diventa ossessione, nella violenza della ripetizione, non permettendoci di ritrovare la strada della razionalità, gettandoci nell’incertezza del non riuscire a percepire la distanza tra sogno e realtà.