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Paladino Mimmo
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  • a cura di: Bruno Corà
  • Anno: 2002
Paladino Mimmo

Come sfondando la porta che serra un luogo abbandonato, dimenticato, Mimmo Paladino trasforma gli spazi di VOLUME! in uno spazio scenico in cui condurre il visitatore alla scoperta dei meandri di un luogo nascosto tra storia e vita interiore, popolato dai fantasmi che aleggiano sulle macerie del passato. Lungo tutta la pavimentazione sono disseminate un centinaio di sculture in bronzo, che riproducono le forme con cui un tempo i calzolai riparavano le scarpe, accanto ad esse dei passeri, che ne beccano i contorni, unico riferimento ad un esterno, unico rimando alla vita; ad illuminare lo spazio la sola luce delle finestre. Ad enfatizzare la suggestione dell’impianto scenografico, l’artista invita l’attore e regista Enzo Moscato che, durante il primo giorno d’esposizione, legge il testo “sull’ordine e disordine dell’ex macello pubblico”, di cui è egli stesso autore, scritto che racconta, attraverso la sovrapposizione di voci, la condizione di solitudine dei condannati a morte. Illustre esponente della Transavanguardia, Paladino parte dalla pittura, sperimentando poi le contaminazioni tra le diverse forme espressive, nel rappresentare il proprio mondo interiore primordiale e magico, convinto che la pittura sia anche spazio e materia; da qui nasce il suo genius loci, che si sviluppa nella capacità di filtrare la sensibilità e le suggestioni del luogo, suggerendo una visione diacronica della storia, fatta di continui rimandi simbolici tra passato e presente.

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