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Maraniello Giuseppe
Sponde
Uno spazio incompiuto ha un’identità imprecisata che si lascia plasmare in variabile forme. Diviene dimensione altra che eccede la propria fisicità per offrirsi quale fluida realtà al servizio dell’arte, annodandosi con essa in un ideale vortice in perpetuo movimento. Allo stesso modo lo spazio di Giuseppe maraniello smette di essere semplice contenitore e, perdendo le comuni coordinate spaziali, diviene luogo irreale abitato da figure archetipocje della sintetica levigatezza. Guardarle semberebbero le immagini materializzate da arcaiche pittturre rupestri, eppure non alludono ad alcuna collocazione storica esatta. In realtà sno figure intimimamente legate all’ideale ponte spazio/temporale creato dall’artista. Alcune rimangono custodite, come moderni reperti archeologici, in una sorta di fessura realizzata nella pavimentazione, altre invece conquistano l’impalpabile volume di maraniello e sovvertendo le comuni leggi gravitazionali lo occupano, librandosi a mezz’aria o incassandosi per metà nella pavimentazione. Accade soprattutto alla reiterata iconografia della barca che spunta in ogni angolo, come pure in un mosaico dalla semplicità infantile. E’ forse in questo elemento da ricercare una chiave interpretativa, che rimanda all0idea del Grande Viaggio, da non intendere come ritorno al passato ma come necessità di indagare la sedimentata memoria collettiva in cui ritrovare tracce della nostra origine, per sciogliere il nodo gordiano dell’esistenza.