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Favelli Flavio
Vermut Hall

  • a cura di: Raffaele Gavarro
  • Anno: 2006
Favelli Flavio

I ricordi sono l’insieme di immagini inconsistenti, senza precisa collocazione, diversamente dalla memoria che è il luogo di fatti e vicende passate, la rete su cui la nostra identità si struttura. Da quest’ultima, Flavio Favelli parte mettendo in scena, nel suo lavoro Vermut Hall a VOLUME!, un non-luogo, uno spazio mentale abitato da oggetti apparentemente comuni, in parte inverosimili, che partecipano alla costruzione di una memoria che può riguardare chiunque. Nell’inusuale percorso, arredi démodé sono ingranaggi che, con l’ambiente circostante, azionano un meccanismo di rimembranze concentrate in uno spazio senza coordinate storiche, in cui ognuno può ritrovare un tassello, apparentemente perduto, del proprio vissuto. Favelli libera gli oggetti dalla originaria funzione per consegnargli, in relazione con il resto, una autonomia simbolica prossima ad un valore surreale. È un percorso in cui l’ambiente è medium che l’artista piega alle proprie necessità concettuali sacrificando, e momentaneamente tacendo, l’identità del luogo. L’intervento pur non essendo invasivo per la struttura di VOLUME! ne ha comunque annullato le precedenti stratificazioni con un’evidente operazione di maquillage. Favelli ha creato, dunque, una fusione totale tra oggetti e spazio, un congegno al contempo bilanciato in cui nessun elemento prevarica sull’altro ma insieme interagiscono per creare ed innescare una mappa infinita di tante identità, di tanti passati.

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