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Chafes Rui
Onde estou ?

  • a cura di: Simona Cresci
  • Anno: 2007
Chafes Rui

Quando l’ambiente accoglie la scultura, divenendo parte integrante di essa, l’intimità fra questa relazione arricchisce infinitamente gli stimoli sensoriali, creando nuove relazioni, questa la poeticità delle sculture di Rui Chafes, questo ciò che magnificentemente esprime negli spazi di Volume! un’opera totale, un’esperienza immersiva. Lo spazio espositivo si trasforma in un lungo corridoio di ferro a forma di staffa, stretto ed alto poco più di una persona, chiuso ai margini da due lamiere traforate, attraverso cui esplode la luce, come a voler impressionare una superficie fotosensibile; unici testimoni del solitario passaggio, 366 fori allineati ad altezza di sguardo, da cui filtra la luce. Un passaggio silenzioso che diventa suono, in cui il rumore dei passi diventa tempo individuale accompagnato dal periodico bagliore che passa dai buchi, il sibilo del vento che immaginificamente li attraversa, i rumori di quel che c’è oltre! Un dualismo continuo, un attraversamento del senso, un dentro che allude ad un fuori, una luce che diventa suono, un tempo che diventa spazio. Un passaggio capace di stimolare una moltitudine di sensazioni contrastanti, dove l’ansia, generata dal senso d’oppressione, dalla sensazione d’esser costantemente osservati di là dai buchi, come nel panopticon di Benthan, si trasforma al sopraggiunge della domanda: onde estou? non c’è un luogo, non una verità, ecco che l’oppressione diventa leggerezza, libertà, immaginazione, arte.

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