2008

Accardi Carla

Accardi Carla

Tracce pittoriche dalle vivaci tonalità cromatiche sono la nuova ipotesi di accordo tra spazio e pittura, tra cifra stilistica dell’artista e ambiente espositivo. ”Segni e Forme” è il titolo di questo nuovo gioco di libertà segnica con cui, ancora una volta, Carla Accardi pensa e realizza una possibilità di unione tra vita e arte, nel rispetto del proprio gesto creativo e di una nuova possibilità interpretativa dello spazio, elemento sostanziale già nelle sue precedenti sperimentazioni. L’ambiente di VOLUME!, dunque, è letto ed utilizzato questa volta dall’artista non come luogo architettonico tridimensionale, ma come una tela su cui sistema ed organizza i suoi segni e le sue forme inconfondibili in un numero complessivo di otto tele grezze, la cui sagomatura irregolare ricorda l’impronta delle sue sintetiche immagini, vissute al loro interno da fluttuanti tracce colorate. Pur trattandosi di una nuova sperimentazione creativa, è ugualmente una dichiarazione implicita del suo fondamentale concetto di anti-pittura, che rielabora il canonico rapporto con il quadro, in favore di opere in cui la tela e lo spazio sono elementi decisivi che debordano dalla consueta bidimensionalità, agevolando una partecipazione completa capace di dischiudere allo spettatore una dimensione altra. Un modo per indurre le persone a vivere la sua arte in modo semplice e naturale, senza alcuna implicazione filosofica o ideologica. Un’immersione in un’altra immagine, un altro possibile modo di vedere la vita e di vivere.

  • Mostra: Segni e Forme
  • Anno: 2008
  • Curatore: Angelo Capasso e Emanuela Nobile Mino

Cucchi Enzo

Cucchi Enzo

Per il suo intervento Enzo Cucchi lavora sulla soglia della Fondazione VOLUME! facendo uscire l’arte dallo spazio espositivo. L’installazione prevede infatti una monumentale porta in bronzo, con cui i confini fisici dello spazio di VOLUME! vengono superati aprendo l’ambiente all’esterno, alla realtà circostante. Il titolo dell’intervento: le donne sono entrate nell’arte, andiamo dall’altra parte, racchiude in sé il senso dell’intera operazione: la volontà di creare una sorta di passaggio cerniera capace di stabilire un legame tra lo spazio di VOLUME! e gli antistanti edifici, primo fra tutti quello della Casa Internazionale delle Donne. È nella sua mobilità fisica e concettuale che la porta di Enzo Cucchi trova la propria ragion d’essere: rimanendo chiusa essa serra l’ingresso dello spazio della Fondazione, offrendo allo sguardo la sua levigata superficie e la propria geometria regolare; aprendosi sulla strada, invece, mostra una fluttuante geografia di idoli, sculture in bronzo raffiguranti immagini irreali a cui fa da sfondo, in rilievo, la sagoma di una casa vista in prospettiva. La grande porta diventa così una quinta scenografica che recuperando un contatto con lo spazio pubblico, lo integra a sé annullandone i limiti e lasciando diventare parte integrante dell’opera, una parte della macchina.

  • Mostra: Le donne sono entrate nell’arte, andiamo dall’altra parte
  • Anno: 2008
  • Curatore: Angelo Capasso e Emanuela Nobile Mino

Gagnon Claudie - Lorbeer Johan

Gagnon Claudie - Lorbeer Johan

La Fondazione VOLUME!, ha inaugurato il primo appuntamento del programma performativo One Night Stand, un nuovo progetto che nel corso dell’anno ha coinvolto, presso i propri spazi, performers di fama internazionale. La manifestazione, il cui titolo rimanda alla velocità di un amore consumato nel breve arco di una notte, riferendosi così alla durata delle azioni artistiche, si apre con Johan Lorbeer (Berlino) e Claudie Gagnon (Quebec).

Claudie Gagnon

Le renard et la dent di Claudie Gagnon comprende due tableaux vivants realizzati come libere rappresentazioni de La cura della follia di Hieronymus Bosch, e del dipinto di Otto Dix To Beauty. Oggetti di fattura artigianale, la partecipazione di figuranti e l’assenza di parola sono i semplici elementi con cui l’artista costruisce le sue performances, amplificandone il valore immaginifico e fantastico. A metà via tra le rappresentazioni teatrali del XVIII secolo e il cabaret degli anni ’50, le due azioni di Claudie ricordano gli sketches del teatro burlesco, e come al tempo del cinema muto l’azione sarà ritmata in diretta dal musicista Frederic Lebrasseur.

Johan Lorbeer

Tarzan / Standing Leg è il titolo dell’azione performativa di Johan Lorbeer, una disorientante e inaspettata relazione tra spazio ed essere umano che sfida le comuni leggi di gravità rimanendo saldo in posizioni apparentemente naturali. Lorbeer trasferisce corpo e spazio in un contesto surreale, trasformandosi in scultura e mettendo in discussione le più consuete modalità di osservazione dello spettatore. Con le sue Still-Life-Performances Lorbeer supera le categorie classiche della performance, che sconfinando nella “scultura umana” neutralizza l’azione con la durata della rappresentazione.

  • Mostra: One Night Stand
  • Anno: 2008
  • Curatore: Myriam Laplante

Gerd Eva

Gerd Eva

A Volume! la presenza di Eva Gerd si propone come un "non intervento". Proseguendo la ricerca incentrata sull'intimità emotiva, fisica e finanche organica, l'artista danese sceglie di non impossessarsi dello spazio ma di sentirlo.

La performance si sviluppa come un'investigazione fisica e sensoriale. La memoria degli interventi passati e delle energie assorbite dal luogo nel corso della sua storia, non solo recente, sono il campo di esplorazione.

In un ambiente che è stato manipolato, trasformato e marcato dagli artisti, la Gerd cerca tra le crepe, gli angoli e lungo i muri facendo riaffiorare il segno altrui attraverso la propria percezione.

La visione personale dello spazio emerge dal rigurgito di sensazioni emotive e non necessita di sovrastrutture ambientali. Il segno stavolta è dettato dalla espressività; il corpo si fa strumento di elaborazione della memoria di fatti "altrui" filtrata attraverso la propria sensibilità. Soltanto una luce fioca riconduce ad una condizione intima in cui tentare il superamento del limite tra la pelle dello spazio e la pelle umana.

  • Mostra: Presente Remoto
  • Anno: 2008
  • Curatore: Federica La Paglia

Lorbeer Johan - Gagnon Claudie

Lorbeer Johan - Gagnon Claudie

La Fondazione VOLUME!, ha inaugurato il primo appuntamento del programma performativo One Night Stand, un nuovo progetto che nel corso dell’anno ha coinvolto, presso i propri spazi, performers di fama internazionale. La manifestazione, il cui titolo rimanda alla velocità di un amore consumato nel breve arco di una notte, riferendosi così alla durata delle azioni artistiche, si apre con Johan Lorbeer (Berlino) e Claudie Gagnon (Quebec).

Claudie Gagnon

Le renard et la dent di Claudie Gagnon comprende due tableaux vivants realizzati come libere rappresentazioni de La cura della follia di Hieronymus Bosch, e del dipinto di Otto Dix To Beauty. Oggetti di fattura artigianale, la partecipazione di figuranti e l’assenza di parola sono i semplici elementi con cui l’artista costruisce le sue performances, amplificandone il valore immaginifico e fantastico. A metà via tra le rappresentazioni teatrali del XVIII secolo e il cabaret degli anni ’50, le due azioni di Claudie ricordano gli sketches del teatro burlesco, e come al tempo del cinema muto l’azione sarà ritmata in diretta dal musicista Frederic Lebrasseur.

Johan Lorbeer

Tarzan / Standing Leg è il titolo dell’azione performativa di Johan Lorbeer, una disorientante e inaspettata relazione tra spazio ed essere umano che sfida le comuni leggi di gravità rimanendo saldo in posizioni apparentemente naturali. Lorbeer trasferisce corpo e spazio in un contesto surreale, trasformandosi in scultura e mettendo in discussione le più consuete modalità di osservazione dello spettatore. Con le sue Still-Life-Performances Lorbeer supera le categorie classiche della performance, che sconfinando nella “scultura umana” neutralizza l’azione con la durata della rappresentazione.

  • Mostra: One Night Stand
  • Anno: 2008
  • Curatore: Myriam Laplante

Neto Ernesto

Neto Ernesto

Per VOLUME! Neto ha concepito un’installazione elementare che divide l’altezza della galleria in due ambienti: a un 1/3 da terra del nylon nero crea una membrana orizzontale semitrasparente che, in relazione con il soffitto delle stanze a cui è ancorata tramite dei prolungamenti verticali e una seconda membrana, crea un vero e proprio spazio. Ambiente intimo, cunicolare, ma reso accessibile allo spettatore da delle aperture circolari e da alcune scale bianche che insieme a dei palchetti permettono di salire o letteralmente “sbirciare al suo interno”. A rendere ancora più dinamica l’immagine di questo spazio, già di per se elastico in virtù del materiale utilizzato, sono alcuni sassi di fiume che appoggiati sulla tela di nylon ne modificano la linea creando delle protuberanze.

  • Mostra: 1/3
  • Anno: 2008
  • Curatore: Angelo Capasso e Emanuela Nobile Mino

Purini Franco

Purini Franco

Con La Stanza Rossa, progetto ideato per il programma My Space Rome, Franco Purini trasla e ruota una coppia di pilastri secondo la direzione nord-sud, concentrando il suo intervento in un punto esatto dello spazio di VOLUME!. Attorno alla nuova struttura che viene a determinarsi è tracciata una figura a spirale, una sorta di uovo aperto, materializzato da una parete curva che arriva fino al soffitto. La spirale dà vita a un piccolo vano che incastona i quattro pilastri -i due originali e i due riprodotti- costruendo un piccolo ambiente compresso, una sorta di architettura claustrofobica che concentra sul nucleo plastico che ne costituisce il centro, il suo significato. Questo ambiente misterioso e straniante, dipinto di rosso, è percorribile o osservabile dall’esterno tramite una serie di aperture.

  • Mostra: La stanza rossa
  • Curatore: Marina Engel