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Khebrehzadeh Avish
"Il titolo di questa mostra fa riferimento alle teorie di Sant’Agostino sul concetto di Tempo. In questa occasione ho rivisitato i miei lavori di 20 anni fa, riflettendo sulla mia vita. In un certo senso è la stessa cosa che si fa osservando le stelle: si riflette sul passato, come le stelle riflettono quanto successo loro milioni di anni fa”.
Avish Khebrehzadeh
Dal 12 aprile la Fondazione VOLUME! ospita Time Past Hath Been Long, un lavoro di Avish Khebrehzadeh. L’opera che l'artista iraniana concepisce per gli spazi della Fondazione VOLUME! è il compimento di una ricerca che ha inizio vent'anni fa. Il progetto trae ispirazione dall'importante trattato del X secolo sulle stelle fisse, dell'astronomo persiano Abd al-Rahmān al-Ṣūfi. Scritto in lingua araba, il libro richiama l'opera di Tolomeo e le più rilevanti ricerche astronomiche dell’età classica, riportando illustrazioni che descrivono ogni costellazione, facendo riferimento alla loro posizione così come alla magnitudine ed al loro colore apparente.
Avish Khebrehzadeh riprende le immagini di questo manoscritto, ponte tra oriente e occidente, e con la visionarietà e la profondità che contraddistingue la sua poetica, nel corso di molti anni, rielabora ogni illustrazione.
Per la cultura persiana, immagini ed illustrazioni rivestono un ruolo determinante nella costruzione di qualsiasi forma espressiva, ed è riprendendo quest'aspetto che con fine ironia, Avish Khebrehzadeh riformula le sue visioni, costruendo narrazioni e tessendo relazioni capaci di descrivere tempi e spazi ricodificati.
Time Past Hath Been Long è un percorso di disegni ed animazioni che invita lo spettatore ad una metaforica immersione all'interno di uno spazio e di un tempo fatto di immagini cosmiche, dove a fare da tramite fra terra e cielo è Pegaso, il cavallo figlio della notte, portatore di vita e di morte, che ha nelle orecchie il soffio divino.
Da Al-Ṣūfi fino a noi, da oriente a occidente, dalla terra al cielo, questo il Tempo, questo il viaggio al quale ci invita l'artista.
- Mostra: Time past hath been long
- Anno: 2016
- Curatore: Claudia Gioia
Kirchhoff – Lim – Pancrazzi
Il progetto Interni Moderni di Kirchhoff, Lim e Pancrazzi, dopo una gestazione di due anni, si è risolto in un coro a tre voci con cui gli artisti, diversi per nazionalità e percorso artistico, hanno visualizzato le sottili esigenze moderne, non riducibili ai soli fattori puramente funzionali, quali comodità e comfort, ma più prossime alle annose questioni dell’ esistenza.
VOLUME!, continuamente alterato ed abitato da situazioni che durano il tempo necessario a non consumarsi definitivamente, con questo lavoro diviene il luogo ideale in cui l’arte, la libertà e la vita tornano ad amalgamarsi.
Una trasfigurazione quasi totale, che però preserva la struttura iniziale, fa spazio alle tre ipotesi che non si esauriscono entro il perimetro architettonico, ma demandano ad orizzonti più lontani.
VOLUME! ha momentaneamente riguadagnato la sua originaria identità abitativa, nello spazio ricreato da Lim, per esempio, in cui i banali bisogni del quotidiano inscritti sulle pareti e fluttuando nel vuoto, guadagnano consistenza e significato diversi. Kirchhoff, invece, inscenando l’ambiente di un albergo con tanto di maggiordomo performer, offre il paradosso di una situazione gradevole ma non a consumo di tutti.
L’ultima parola in Interni Moderni è di Luca Pancrazzi, che dietro una cortina, dove ci si aspetterebbe l’uscita, mini monitor alternano immagini di luoghi interiori e standard, riportando nella zona intima l’orizzonte dei tempi moderni.
- Anno: 2005
- Curatore: Angelo Capasso
Koshlyakov Valery
- Mostra: Towers
- Anno: 2009
- Curatore: Claudia Gioia
Kounellis Jannis
Mercoledì 25 settembre 2013 alle ore 19.00, la Fondazione VOLUME! presenta l’ultimo lavoro di Jannis Kounellis, nato nell’estate 2013 e pensato per questo spazio. A 15 anni dal lavoro che aprì l’attività di VOLUME!, Kounellis torna in via San Francesco di Sales. Presenza voluta per affermare l’importanza del momento di riflessione e ripartenza, un passo indietro per affrontare un futuro nel segno del passato. Corde fitte ricamano 12 lastre di ferro, in un atto unico, che incide la materia e lo spazio. Un lavoro di tessitura interviene sulle lamiere, imitando i gesti delle ricamatrici, e trasforma lo spago in materia forte e resistente, che percorrendo da parte a parte la durezza del ferro, si sfibra. La modularità delle superfici – tutte della misura di un letto – ed il percorso delle corde sottolineano la centralità dell’esperienza umana nell’arte, che trova qui compimento, anche grazie alla dimensione domestica che caratterizza degli spazi di VOLUME!. L’armadio, lo stesso dell’intervento del 1998, torna in questo nuovo lavoro, come elemento cardine, nella stessa posizione di allora, ma carico di significati nuovi.
- Mostra: Senza Titolo
- Anno: 2013
- Curatore: Danilo Eccher
Kounellis Jannis
L’intervento che Jannis Kounellis pensa per VOLUME! si unisce a quello di Pirri, con una discrezione che non può che arricchirne gli stimoli. Creando una sorta di microambiente, all’interno di uno stretto passaggio tra due stanze, l’artista fa sedere su un alto sgabello una giovane donna nuda al nono mese di gravidanza, illuminando il profilo del suo corpo, per mezzo della fioca luce di una lampada ad olio che pende dall’alto. Quando la donna uscirà dal quadro, due armadi con ante specchiate, sospesi al soffitto tramite delle corde sul retro, la sostituiranno. All’interno di una grammatica delle proporzioni, le misure di questo microambiente sono connesse a quelle del corpo umano, richiamando la centralità dell’uomo nel dramma dell’esistenza. La presenza viva della donna, in uno dei momenti che più caratterizzano la dolcezza ed il mistero della sua natura biologica, fanno sentire all’osservatore l’imbarazzo dell’insinuarsi in una riflessione privata, quanto universale; il profilo della donna, la collocazione dei due armadi, ritagliano nello spazio una geometria nuova, un vuoto ed un pieno, nell’eterno scambio dialogico tra corpo e materia, rappresentazione e realtà, controllo e tensione.
- Mostra: Senza Titolo
- Anno: 1998
- Curatore: Testi di A.Bonito Oliva, P.Montani, D.Lancioni, M.Codognato
Kummer – Nunzio
L’intervento negli spazi di VOLUME! è in quest’occasione, frutto della coabitazione di due artisti con linguaggi e percorsi differenti, come a voler documentare un lavoro dialogico che risulta meditato e composto. Kummer installa, nella stanza più grande dello spazio, due grandi modelli anatomici di occhi umani, in vetro di Murano, che, come strappati dalle orbite, conservano integri muscoli e nervi, attraverso i quali pendono dal soffitto. Anche Nunzio, propone una visione verticale, fissando ad un’arcata del soffitto sottili lamine di legno di rovere combusto, che, come gocce di catrame, colano dalla struttura, morbide e sensuali, intralciando lo spazio visivo e ostruendo il passaggio alle altre zone. In un corridoio bianco, che si presenta nell’architettura dello spazio, come un luogo privato, Nunzio incide l’intonaco della parete, come scalfendone la pelle, con infinite linee parallele; per ultimo posiziona nello stretto anfratto tra le due stanze, un bozzolo oblungo, cavo nell’interno, anch’esso realizzato tramite l’assemblaggio di liste di legno, fluttuosamente sagomate. Sia per Kummer che per Nunzio, la riflessione ruota attorno alla luce, alla percezione di essa, alla verità, attraverso un gioco semiotico di allusioni e rimandi , nella riflettente levigatezza dell’organo responsabile della visione, per il primo, nella perentorietà del nero assoluto della combustione, per il secondo, come se i suoi oggetti fossero vivi, serbando il segno di ciò che li ha trasformati.
- Mostra: Senza Titolo
- Anno: 1998
- Curatore: Mario Codognato