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Sierra Santiago
Los Anarquistas
L’arte non cambia uno stato di fatto, non ha alcuna finalità politica se non quella di prospettare le cose così come sono, concentrandole in immagini che ne registrano, talvolta, gli aspetti più cinici. Non si tratta di una regola incontrovertibile, quanto dell’opinione dell’artista Santiago Sierra, che dell’arte ha fatto un acuto strumento di denuncia depurato da qualsiasi coinvolgimento romantico-rivoluzionario. L’irrazionale economia capitalista, la politica e quanto appartiene al nostro innaturale sistema sociale sono gli argomenti di cui s’interessa e che prospetta all’osservatore con una spietata naturalezza. Foto, azioni performative o video sono annotazioni dell’artista sulle anomalie della realtà a cui siamo distrattamente assuefatti e imbrigliati. Sulla stessa linea l’azione performativa “Gli Anarchici”, messa in scena la notte di Natale presso la Fondazione VOLUME!, il cui spazio questa volta ha fatto da cassa di risonanza alle riflessioni di Sierra attorno ad ambigue contraddizioni radicate nelle nostre convinzioni, religiose o politiche che siano. Otto anarchici, mascherati e pagati, sono stati invitati ad ascoltare la messa di mezzanotte, mettendo faccia a faccia la chiesa, restia ad aprirsi al presente e ad abbandonare i secolari vantaggi, e l’utopica fede politica, addirittura adesso mercificata. Sacro e profano a confronto dunque, non per decretarne il migliore ma per smascherarne la rispettiva attuale inconsistenza ed inadeguatezza.