2005
Balka - Pirri
Il progetto “Vis à Vis” presso VOLUME!, in concomitanza con l’Istituto Polacco, focalizza l’attenzione su questioni figlie della contemporaneità, quali la memoria e il senso precario di identità individuale e collettiva. Ne sono autori Balka e Pirri che, ricorrendo ancora una volta allo spazio per azionare riflessioni di tale complessità, scelgono una soluzione a due mani, evitando una contrapposizione tra i due progetti e preferendo una interazione delle rispettive ipotesi espressive. Entrambi partono dal concetto di città, quale riferimento alle complesse lacerazioni del nostro presente, e alle incertezze che ne derivano. Pirri sceglie di prendere possesso dello spazio realizzando una pavimentazione che preserva un barlume di principi di armonia e linearità, debitori all’utopica città ideale rinascimentale, rimessi in discussione dal minaccioso incunearsi di frammenti di vetro rosa. L’allusione alla alienazione dell’individuo, alla sua innaturale omologazione e al senso della minaccia dell’altro, è intensificata dall’intreccio con l’installazione video di Balka. In esso il dramma della condizione umana di Pirri, è visualizzata dalle immagini sul monitor del jazzista Tadeus Stanko, che con il suono struggente della sua tromba, rimanda alla sottile malinconia per un mondo che sta sparendo. La melodia, librandosi nello spazio, funge dunque, da memorandum ricordando che il mondo a cui apparteniamo è sempre più povero di senso, di eticità e di storia.
- Mostra: Non ho capito le ultimo parole - Vis à Vis
- Anno: 2005
- Curatore: Annamaria Nassisi
Giammetta&Giammetta - Daniela Perego
Un rapporto dialogico tra arte e architettura, che superi le specificità, integrando le differenti prospettive ed elaborazioni, nella volontà di creare una sinergia d’intenti, non può che generare una combinazione spettacolare e suggestiva; questi gli intenti che animano il lavoro, nato dalla cooperazione tra Daniela Perego, artista visuale, e gli architetti Marco e Gianluigi Giammetta, coadiuvati dall’architetto Luca Binerelli, attraverso una collaborazione-coabitazione, che ha portato alla creazione di uno spazio mentale, immaginativo e reale al contempo. Lo spazio di Volume! diventa un anomalo labirinto, morbido e rassicurante, le cui pareti, bianche e retroilluminate, realizzate con un particolare tessuto elastico, creano curve continue, determinando la suggestiva sensazione di trovarsi in uno spazio organico, in un ventre in cui è dolce smarrirsi, un “dentro”; percorso suggestivo, che conduce, attraverso un piacevole smarrimento, alla visione delle immagini, di Daniela Perego, in cui una donna, rannicchiata su se stessa, si muove appena. Le immagini del video, già sussurrate dal percorso, creano, per mezzo di una sovraesposizione, un’ulteriore relazione con lo spazio che le accoglie e le contiene, oltre ad enfatizzare la sensazione di sospensione, caratteristica questa, di molti lavori dell’artista, nella volontà di annullare i riferimenti temporali, attraverso il contrasto tra la figura e il paesaggio in cui essa è inserita.
- Mostra: Dentro
- Anno: 2005
- Curatore: Raffaele Gavarro
Kirchhoff – Lim – Pancrazzi
Il progetto Interni Moderni di Kirchhoff, Lim e Pancrazzi, dopo una gestazione di due anni, si è risolto in un coro a tre voci con cui gli artisti, diversi per nazionalità e percorso artistico, hanno visualizzato le sottili esigenze moderne, non riducibili ai soli fattori puramente funzionali, quali comodità e comfort, ma più prossime alle annose questioni dell’ esistenza.
VOLUME!, continuamente alterato ed abitato da situazioni che durano il tempo necessario a non consumarsi definitivamente, con questo lavoro diviene il luogo ideale in cui l’arte, la libertà e la vita tornano ad amalgamarsi.
Una trasfigurazione quasi totale, che però preserva la struttura iniziale, fa spazio alle tre ipotesi che non si esauriscono entro il perimetro architettonico, ma demandano ad orizzonti più lontani.
VOLUME! ha momentaneamente riguadagnato la sua originaria identità abitativa, nello spazio ricreato da Lim, per esempio, in cui i banali bisogni del quotidiano inscritti sulle pareti e fluttuando nel vuoto, guadagnano consistenza e significato diversi. Kirchhoff, invece, inscenando l’ambiente di un albergo con tanto di maggiordomo performer, offre il paradosso di una situazione gradevole ma non a consumo di tutti.
L’ultima parola in Interni Moderni è di Luca Pancrazzi, che dietro una cortina, dove ci si aspetterebbe l’uscita, mini monitor alternano immagini di luoghi interiori e standard, riportando nella zona intima l’orizzonte dei tempi moderni.
- Anno: 2005
- Curatore: Angelo Capasso
Lim – Kirchhoff – Pancrazzi
Il progetto Interni Moderni di Kirchhoff, Lim e Pancrazzi, dopo una gestazione di due anni, si è risolto in un coro a tre voci con cui gli artisti, diversi per nazionalità e percorso artistico, hanno visualizzato le sottili esigenze moderne, non riducibili ai soli fattori puramente funzionali, quali comodità e comfort, ma più prossime alle annose questioni dell’ esistenza.
VOLUME!, continuamente alterato ed abitato da situazioni che durano il tempo necessario a non consumarsi definitivamente, con questo lavoro diviene il luogo ideale in cui l’arte, la libertà e la vita tornano ad amalgamarsi.
Una trasfigurazione quasi totale, che però preserva la struttura iniziale, fa spazio alle tre ipotesi che non si esauriscono entro il perimetro architettonico, ma demandano ad orizzonti più lontani.
VOLUME! ha momentaneamente riguadagnato la sua originaria identità abitativa, nello spazio ricreato da Lim, per esempio, in cui i banali bisogni del quotidiano inscritti sulle pareti e fluttuando nel vuoto, guadagnano consistenza e significato diversi. Kirchhoff, invece, inscenando l’ambiente di un albergo con tanto di maggiordomo performer, offre il paradosso di una situazione gradevole ma non a consumo di tutti.
L’ultima parola in Interni Moderni è di Luca Pancrazzi, che dietro una cortina, dove ci si aspetterebbe l’uscita, mini monitor alternano immagini di luoghi interiori e standard, riportando nella zona intima l’orizzonte dei tempi moderni.
- Anno: 2005
- Curatore: Angelo Capasso
Mauri Fabio
L’opera bella va oltre il suo tempo, supera l’icasticità, ha vita propria, contenendo una totalità ineffabile, sussurrando quel che c’è di indeterminato nell’esperienza percettiva di chi ne fruisce, in uno scambio capace di ridare totalità all’opera stessa. Questa l’arte di Fabio Mauri, la sua ecletticità, capace di rendere l’essenza che sottende ad ogni esperienza artistica, ad ogni percorso conoscitivo: l’eterno persistere della domanda, il suo riformularsi. “Cielo Vicino”, nasce dal connubio di un’installazione ed una performance, richiama un’esperienza esistenziale che accomuna l’uomo, nella generale impossibilità di giustificare la morte; “convincimi della morte degli altri capisco solo la mia”, scrive l’artista, su una striscia di tessuto appesa lungo una parete dello spazio, descrivendo l’assurdità della trascendenza a cui l’uomo è destinato a credere, nella volontà di rispondere al paradosso della morte. Da questa esigenza nasce la trasfigurazione di una vita dopo la morte, una vita capovolta.
Questa la metafora che Mauri mette in scena, ricreando una sala cinematografica dove stravolge la prospettiva, installando al soffitto una parte dei sedili; visione che si sublima nelle immagini di Gertrud, film di Dreyer, la cui proiezione riempie anche le pagine del giornale sfogliato dall’unico spettatore, mentre in un corridoio dello spazio, lo sguardo penetrante di un’attrice quasi immobile riesce a rendere tutta la profondità dell’immagine.
- Mostra: Cielo vicino
- Anno: 2005
- Curatore: Giacomo Zaza
Pancrazzi – Kirchhoff – Lim
Il progetto Interni Moderni di Kirchhoff, Lim e Pancrazzi, dopo una gestazione di due anni, si è risolto in un coro a tre voci con cui gli artisti, diversi per nazionalità e percorso artistico, hanno visualizzato le sottili esigenze moderne, non riducibili ai soli fattori puramente funzionali, quali comodità e comfort, ma più prossime alle annose questioni dell’ esistenza.
VOLUME!, continuamente alterato ed abitato da situazioni che durano il tempo necessario a non consumarsi definitivamente, con questo lavoro diviene il luogo ideale in cui l’arte, la libertà e la vita tornano ad amalgamarsi.
Una trasfigurazione quasi totale, che però preserva la struttura iniziale, fa spazio alle tre ipotesi che non si esauriscono entro il perimetro architettonico, ma demandano ad orizzonti più lontani.
VOLUME! ha momentaneamente riguadagnato la sua originaria identità abitativa, nello spazio ricreato da Lim, per esempio, in cui i banali bisogni del quotidiano inscritti sulle pareti e fluttuando nel vuoto, guadagnano consistenza e significato diversi. Kirchhoff, invece, inscenando l’ambiente di un albergo con tanto di maggiordomo performer, offre il paradosso di una situazione gradevole ma non a consumo di tutti.
L’ultima parola in Interni Moderni è di Luca Pancrazzi, che dietro una cortina, dove ci si aspetterebbe l’uscita, mini monitor alternano immagini di luoghi interiori e standard, riportando nella zona intima l’orizzonte dei tempi moderni.
- Mostra: Interni Moderni
- Anno: 2005
- Curatore: Angelo Capasso
Perego Daniela - Giammetta&Giammetta
Un rapporto dialogico tra arte e architettura, che superi le specificità, integrando le differenti prospettive ed elaborazioni, nella volontà di creare una sinergia d’intenti, non può che generare una combinazione spettacolare e suggestiva; questi gli intenti che animano il lavoro, nato dalla cooperazione tra Daniela Perego, artista visuale, e gli architetti Marco e Gianluigi Giammetta, coadiuvati dall’architetto Luca Binerelli, attraverso una collaborazione-coabitazione, che ha portato alla creazione di uno spazio mentale, immaginativo e reale al contempo. Lo spazio di Volume! diventa un anomalo labirinto, morbido e rassicurante, le cui pareti, bianche e retroilluminate, realizzate con un particolare tessuto elastico, creano curve continue, determinando la suggestiva sensazione di trovarsi in uno spazio organico, in un ventre in cui è dolce smarrirsi, un “dentro”; percorso suggestivo, che conduce, attraverso un piacevole smarrimento, alla visione delle immagini, di Daniela Perego, in cui una donna, rannicchiata su se stessa, si muove appena. Le immagini del video, già sussurrate dal percorso, creano, per mezzo di una sovraesposizione, un’ulteriore relazione con lo spazio che le accoglie e le contiene, oltre ad enfatizzare la sensazione di sospensione, caratteristica questa, di molti lavori dell’artista, nella volontà di annullare i riferimenti temporali, attraverso il contrasto tra la figura e il paesaggio in cui essa è inserita.
- Mostra: Dentro
- Anno: 2005
- Curatore: Raffaele Gavarro
Vece Costa
- Mostra: Revolution/Patriotismo
- Anno: 2005
- Curatore: Lorenzo Benedetti ed Emanuela Nobile Mino
Zuffi Italo
Il lavoro site specific di Italo Zuffi, “Progetto per un esempio crudele” , è una delle infinite possibilità di significazione che lo spazio di VOLUME! può offrire e assumere insieme. In questa occasione l’architettura non si dà esclusivamente quale ambientazione, ma rimanendo un termine essenziale del dialogo instaurato dall’artista, diviene soggetto ed oggetto di un video. L’insolita idea non solo partecipa dello spazio in maniera inusuale, ma è anche la sovrapposizione di due momenti diversi ed essenziali. Il primo riguarda il filmato che si apre con le direttive di un attore istrionico che preannuncia e suggerisce quanto, in un secondo momento, i diciotto giovani interpreti insceneranno. In una sorta di film muto i personaggi dapprima immobili diventano parte dell’architettura, per poi divenirne agente rimodellante con il loro movimento. La seconda parte del lavoro di Zuffi consiste, invece, nell’intervento diretto sullo spazio che in parte ne modifica l’aspetto reinventandolo come teatrino sulle cui pareti verrà proiettato la storia che lo riguarda. La sfida dell’artista era quella di utilizzare VOLUME! come spazio vissuto e recitato, ma anche come movente e mezzo allo stesso tempo, innescando su di esso un complesso discorso tautologico. Nel lavoro dell’artista rimane, però, qualcosa di accennato, di non risolto, racchiuso nelle parole dell’attore che danno il titolo all’intero lavoro; «… Un atto di crudeltà» appunto, un’ipotesi aperta ancora da realizzare.
- Mostra: Progetto per un esempio crudele
- Anno: 2005
- Curatore: Lorenzo Benedetti