2001
Reis Pedro Cabrita
D’après Piranesì, titolo dell’opera, è un diretto rimando a ciò che ha ispirato il lavoro che Pedro Cabrita Reis realizza a VOLUME!; la prospettiva che l’architetto veneziano prefigura nel Settecento, il “carcere d’invenzione”, si sviluppa, nell’opera di Cabrita Reis, tramite un metaforico richiamo a problematicità contemporanee, alle prigioni mentali in cui il nostro tempo ci costringe, in una dialettica fra ordine e disordine, scontro mai risolutivo tra regime notturno e chiarezza razionale. L’artista decostruisce simbolicamente, ciò che altrettanto simbolicamente sembra aver costruito. Cortine di mattoni rossi, tracciano un percorso ostile, difficoltoso, per sottolineare, attraverso la demolizione di parti di esso, la sua interna fragilità, la debolezza che sottende ad ogni volontà di sbarramento. I profili spezzati dei muri, la luce fredda dei neon, le macerie che occupano il terreno, stimolano una reazione, spaesando l’osservatore in un insieme di “possibili da interpretare”. Mirando allo sfaldamento, alla demolizione del concetto stesso di reclusione, il carcere di Cabrita Reis propone una risposta ardita, irriverente, stimolata da una sensazione d’instabilità, di disagio. Un atto di libertà, dunque, quello dell’artista portoghese, che costantemente si confronta, nelle sue operazioni artistiche con materiali semplici o di riciclo all’interno di una reinvenzione degli spazi, nella coraggiosa volontà di una ridefinizione funzionale di questi.
- Mostra: D’Après Piranesi
- Anno: 2001
- Curatore: Teresa Macrì
Tirelli Marco
- Mostra: Mar Rosso
- Anno: 2001
- Curatore: Mario Codognato